a spasso per teatri

A spasso per teatri!

Chi potrebbe mai mettere in dubbio che sia un’idea allettante l’abbonamento a un singolo teatro? Per di più nel caso in cui voi viviate in zona Milano e possiate iscrivervi a teatri come gli Arcimboldi, o la Scala. D’altronde, è nel viaggio la scoperta. E se questo vale per molti aspetti della nostra vita, la scuola, la cultura, lo sport e chi più ne ha più ne metta, c’è anche l’arte tra quegli elementi della nostra esistenza che trova nel viaggio, nello spostamento continuo tra i Paesi che costituiscono il nostro meraviglioso pianete, un’espansione universale, una potenza ispirativa incommensurabile. Noi lo facciamo spesso! Quando andiamo in vacanza, e se siamo fortunati tanto da riuscire a farlo in gruppo, ci spulciamo sempre le locandine e i programmi dei teatri della zona.

Oppure, qualche volta si può anche ragionare in questo modo, si organizza un bel week end fuori porta in un posto in cui scopriamo che si terrà uno spettacolo teatrale particolarmente interessante. Boom: lo vedi, prenoti, ci vai. Senza troppi pensieri per la testa (certo, se le nostre economie lo permettono!), si gira e si scopre, e così si impara e poi si importa. E quanto sarebbe bello potersi godere gli spettacoli dialettali di tutta Italia? In un Paese come il nostro, che vede sul suo territorio una varietà incredibile di dialetti, ogni spettacolo teatrale locale può essere un momento di cultura inaspettato: scoprire un umorismo nuovo, una cultura nuova! Battute, situazioni, sketch che solo lì puoi trovare. Peccato che molti dialetti non possono essere veramente compresi se non sei della zona.

Mi è capitato, ve lo dico, di vedere uno spettacolino di un comico in Sicilia, un’estate di ormai tante estati fa. Non ci capii una singola, benedetta parola: ridevo quando ridevano gli altri, quasi travolta più dalla gestualità esaltata del comico che non dalle sue parole. Magari ogni tanto faceva ridere la stessa musicalità delle parole, così come conseguivano le une alle altre, ma al contempo lo stesso senso generale della scena mi sfuggiva sempre. Si parlava di marito e moglie? Si parlava di vigili? Si parlava di avvocati? Boh! Sinceramente, boh! Un ragazzo lì di fianco a me, vedendomi visibilmente in estrema difficoltà, provò anche ogni tanto ad aiutarmi: magari mi traduceva certe battute, mi lasciava intuire il contesto. Però insomma, questo non è vivere il teatro, ma recepirlo: ci si perde, ed è sempre un gran dispiacere.

Cosa si dovrebbe fare, allora? Viaggiare, certo, e stare attenti alla lingua in cui sarà recitato lo spettacolo. E se siete così fortunati da conoscere qualche dialetto locale, anche lontano magari dal luogo in cui abitualmente vivete, fiondatevi e guardatevi uno spettacolo teatrale locale. Vi aiuterà a comprendere di più la società del luogo, le sue manie, le sue abitudini, le sue situazioni comiche tutte particolari. È un’occasione imperdibile, simbolo della capacità tutta sua dell’arte di unire e far condividere alle persone, che pure non si conoscano, che pure vivano lontane, la loro propria cultura. Imperdibile!